Cultura Digitale

La danza in versione Pixel

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Sin dalla sua nascita la danza è sempre stata in grado di saper intrattenere gli spettatori e di catturarne la loro attenzione. In un periodo evolutivo caratterizzato dall’uso assiduo della tecnologia e dal moltiplicarsi di spettacoli con effetti speciali, anche quest’arte ha saputo virare a proprio vantaggio le opportunità offerte dal digitale.

Una scenografia digitale avanzata, amplificata da effetti tridimensionali, è in grado di arricchire le elevate maestrie di danzatori dotati di capacità sorprendenti, ottenendo uno spettacolo di danza fortemente attuale, contemporaneo, in grado di proiettare la società in esigenze future di intrattenimento.

Può essere riassunta così, Pixel, la performance che mescola il digitale con la danza, riproposta ieri presso il Teatro Sociale di Trento e realizzata dalla compagnia francese Kafig, guidata da Mourad Merzouki, re indiscusso dell’hip hop francese. Merzuki è tornato nel capoluogo trentino per l’inaugurazione della stagione 2015/2016 con un progetto rivisitato che abbina la danza di strada con la tecnologia digitale e il video.

Il risultato di questa idea ha generato uno spettacolo moderno, nel quale i ballerini si muovono a tempo di musica all’interno di un mondo digitale, fatto di pixel che rispondono ai loro movimenti. Durante l’esibizione si assiste ad alcuni di loro che si proteggono con degli ombrelli da una pioggia di pixel, che corrono su un terreno scosceso cercando di evitare dossi e buchi neri e che deformano lo spazio attorno a loro con piroette e gesti nell’aria, tra quadratini bianchi che fluttuano sul pavimento in un gioco di effetti tridimensionali.
I corpi che scorrono sulle superfici creano sorprendenti effetti visivi, in una alternanza di proiezioni astratte, ma da una impeccabile logicità nei movimenti, illusioni ottiche che confluiscono in uno spettacolo che si posiziona sulla linea tra realtà fisica e virtuale.

Lo spettacolo, proposto per la prima volta in Italia ad inizio del 2015, è stato progettato dal programmatore informatico Adrien Mondot, dall’artista multidisciplinare, scenografa e designer Claire Bardainne, in stretta collaborazione con Mourad Merzouki
Danza e mondo digitale. E’ una contaminazione possibile, che apre la strada a nuove modalità per concepire le performance, con un diverso senso degli spazi, scene e movimenti. I primi due fin dal 2004 sono immersi in lavori che intendono esplorare nuove forme di creatività basate sulla commistione reale/digitale, attraverso l’uso di strumenti tecnologici che arricchiscono le espressioni dell’arte contemporanea.

Gli effetti speciali sono stati realizzati grazie all’uso di eMotion, un software creato appositamente, che è in grado di realizzare animazioni grafiche composte da oggetti (punti, linee, immagini, video) e di specificare come farli muovere in combinazione con i movimenti fisici dei ballerini.
eMotion è stato sviluppato da Adrien Mondot per la creazione di interazioni tra oggetti grafici e altre informazioni date da movimenti o suoni durante gli spettacoli dal vivo; si basa su un sistema di animazione fisico e mira a esplorare come il movimento può trasmettere emozioni. In altre parole, si tratta di un editor che consente di definire un universo grafico composto di oggetti a forma di punti, linee, immagini, video, e di stabilire il modo in cui si interagisce con loro attraverso il suono, la parola, un Kinect, un Wiimote, ecc. Tutte le immagini vengono quindi generate, calcolate e proiettate dal vivo, al fine di creare una sintesi sensoriale, una realtà tangibile sul palcoscenico.

Il corpo umano, dunque, ancora una volta è posto al centro delle sfide tecnologiche e artistiche; gli strumenti tecnologici odierni sono utilizzati per creare una poesia senza tempo attraverso un linguaggio visivo basato sulla interazione e creatività generata dall’immaginazione. L’etere è destinato al digitale.

 

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