Quale sarà il futuro della privacy
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Con l’emergere della facile pubblicazione di contenuti dovuta alla semplificazione delle interfacce grafiche e di dispositivi sempre più biotech, la privacy sembra destinata al declino. Al fine di ‘esistere’ on-line, è necessario pubblicare brevi pensieri o condividere ciò che ci piaciuto in spazi aperti o pubblici.
Concetti come cittadinanza e vita sociale stanno rapidamente mutando nell’era digitale. Mai come oggi il confine tra ciò che è privato e ciò che è pubblico si sta spostando dal primo stadio al secondo. Anche perché con la pubblicazione di meno contenuti i digitanti hanno minori probabilità di aumentare il “numero” delle amicizie e quindi trovare o far crescere la propria comunità di relazioni. Ho usato di proposito il termine numero, poiché è quasi una rincorsa morbosa a chi ne deve possedere di più? Non sono certamente veri amici, ma il fatto stesso di vedere crescere il numero dei follower per alcuni è di vitale (online) importanza.
La nota dolente è insita nel fatto che i dati personali e la conseguente conoscenza stanno divenendo materia prima per l’economia ed il marketing. Difatti, catturare tali dati è diventata una pratica molto diffusa nei modelli di business delle aziende tecnologiche di maggior successo. Stiamo assistendo impassibili e indifferenti a questa relazione senza renderci conto che il futuro cambiamento della privacy è già in atto; basti vedere alla crescente monetizzazione degli incontri digitali, o più banalmente al costante incremento dei controlli messi in atto dai governi verso i propri cittadini sotto la bandiera della maggior sicurezza.
Non è casuale vedere come la questione stia interessando le Nazioni Unite, tanto che recentemente è stata proposta una risoluzione all’Assemblea generale con la quale si invitano tutti gli Stati a rispettare e proteggere il diritto globale alla privacy. Non ci resta altro che vivere la nostra vita ognuno come meglio crede.