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Tra amore ed odio, la comunicazione mobile avanza senza sosta

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È risaputo che gli italiani sono assidui utilizzatori di smartphone e tecnologia mobile; basta guardare i recenti dati estratti da molteplici sondaggi pubblicati da enti e riviste di settore, finalizzati ad analizzare un fenomeno che sta modificando usi e costumi nel vivere quotidiano.

Solo per fare un esempio, secondo i dati diffusi dall’Agcom nel suo ultimo rapporto attinente il numero delle sim attive, quelle che effettuano solo traffico vocale risultano in discesa (-7,5 milioni nel 2013), mentre quelle che gestiscono il traffico dati hanno sorpassato la soglia dei 40 milioni (+23,3% su base annua).

Difatti, il mercato delle linee telefoniche mobili ha registrato negli ultimi due anni un appiattimento delle richieste; quindi, le compagnie telefoniche per acquisire nuovi clienti non possono far altro che attingere dai concorrenti adottando politiche promozionali e di marketing. A testimonianza di tale prassi vi è il risultato secondo il quale mediamente ogni trimestre sono effettuate 3,5 milioni di operazioni di portabilità del numero.

Inoltre, sembra inarrestabile la flessione dell’utilizzo della rete telefonica fissa voce, tanto che nel periodo ottobre-dicembre 2013 c’è stato un crollo di 730mila linee su base annua, quasi il doppio rispetto a quanto osservato nei 12 mesi precedenti (-450mila circa). Si tratta di un dato che secondo l’Autorità, tale riduzione disincentiva le imprese delle Tlc a investire in reti di nuova generazione.

Diverso lo scenario per la linea dati, dove gli accessi diretti alla rete fissa sono in aumento, come evidenziato dal dinamismo messo a segno dai servizi Wimax, che hanno raggiunto i 290mila accessi circa, e che ormai si equivalgono a quelli in fibra.

Tornando, dunque, ai dispositivi tecnologici come smartphone, o cellulari di ultima generazione, tablet, netbook, notebook ed alte apparecchiature, è evidente come questi stanno diventando parte integrante del nostro vivere quotidiano, “minando” i nostri rapporti reali con la natura che ci circonda. È facile leggere commenti o like di compiacimento di amici che si sono emozionati dinanzi ad una semplice immagine.jpg di un prato verde o di un tramonto mozzafiato. Sarebbe bastato affacciarsi alla finestra di casa per sentire anche gli odori, piuttosto che impegnare la vista dinanzi a un semplice monitor. Qual’è, allora, la vera realtà che ci circonda e come sta evolvendo la società contemporanea?

È vero che è cresciuto il numero dei possessori di tecnologia, ma sono anche in aumento le patologie croniche e di salute associate al loro uso e abuso. Significativi i risultati emersi dal sondaggio realizzato dal centro studi Media World su un campione rappresentativo di 4.643 intervistati in tutta Italia, svolto nell’aprile 2014.
Ebbene, un intervistato su tre possiede due telefoni cellulari (e il 3% ne ha addirittura tre), e almeno uno smartphone resta accanto all’utilizzatore tutta la giornata, anche di notte, poiché l’81% del campione lo usa al posto della tradizionale sveglia.

È talmente maniacale l’attaccamento al cellulare che il 44% degli intervistati se si accorge di averlo dimenticato a casa fa dietrofront e torna a prenderselo piuttosto di rinunciare ad averlo a portata di mano; solo il 2% (dato preoccupante) si sente “liberato” dalla sua presenza.

L’aspetto cronico si evince anche in quel 13% di intervistati che controlla il telefono in continuazione per via di attesa notifiche o meno, mentre un intervistato su tre lo controlla solo quando squilla effettivamente.
Così, avendolo sempre a portata di mano, lo smartphone viene utilizzato per altre funzioni come scattare le fotografie: il 25% degli italiani intervistati ha dichiarato di farlo solo via mobile e di aver rinunciato alla tradizionale macchina fotografica.

Dunque, la generazione dei “muti digitali” pare stia prendendo il sopravvento su quella dei “nativi digitali”, in quanto sempre più cupi e assopiti dalla continua assuefazione non si accorgono nemmeno della persona che gli sta vicino. Non preoccupa nemmeno il furto, subito solo dal 4% degli intervistati, un rischio non molto alto quasi pari a quello dello smarrimento (3%).

In questo mio breve escursus posso affermare che la comunicazione tra individui si potrà dire completa quando si dialogherà telepaticamente e liberamente, ma non bisognerà attendere molto affinché ciò diventi “realtà”.

 

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